![colonne](/bpi/index.php/index.php/images/stories/rassegna_stampa/2010/images/documenti_aut/bandi/2011/Consolidamento_delle_banchine_04022011/index.php/index.php/images/stories/rassegna_stampa/2010/images/documenti_aut/bandi/2011/Consolidamento_delle_banchine_04022011/images/documenti_aut/Concorsi/2011/images/documenti_aut/bandi/2011/Lavori_di_manutenzione_04032011/images/foto_monumenti/colonne.jpg)
Conosciute forse erroneamente come simbolo del termine dell'antica via Appia, rappresentavano in realtà un riferimento portuale per i naviganti dell'epoca.
Delle due colonne gemelle originarie, realizzate dopo le matà del II secolo con un marmo proveniente dalla Turchia, solo una e' integra ed è costituita da otto rocchi, per un'altezza complessiva di di 18,74 metri (4,44 di base, 11,45 dei rocchi, 1,85 il capitello e 1 m. per il pulvino); è sormontata da un capitello (simile ad un ritrovamento presso le Terme di Caracalla a Roma) decorato con foglie di acanto, teste di divinità, ed otto tritoni agli angoli.
Dell'altra, caduta nel 1528, e' visibile la sola base e uno dei rocchi; la restante parte fu' donata alla citta' di Lecce dove oggi forma parte della colonna di S.Oronzo. Dopo un lungo periodo di assenza per restauro e consolidamento della zona, la colonna è tornata sulla scalinata che domina l'ingresso del porto interno.
Sul lato destro della piazza sono invece presenti i resti della casa dove morì il poeta latino Publio Virgilio Marone.